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lunedì 11 marzo 2013


 

I Tarocchi della Trasformazione

29. Gratitudine
   

Transformation Tarot Card
Gratitudine

Una Notte all’Addiaccio

Nel momento in cui si è in grado di provare gratitudine sia per il dolore sia per il piacere, senza fare alcuna distinzione, senza scegliere minimamente, provando semplicemente gratitudine per qualsiasi cosa ci sia data… infatti, se ci viene data da Dio, dev’esserci una ragione. Può piacerci, può non piacerci, ma dev’essere qualcosa di necessario per la nostra crescita.

Inverno ed estate sono entrambi necessari per la nostra crescita. Allorché questa idea sedimenta nel cuore, ogni istante della vita è colmo di gratitudine. Lascia che questa diventi la tua meditazione e la tua preghiera: ringrazia Dio a ogni istante – per le risate, per le lacrime, per ogni cosa. E in questo caso vedrai sorgere nel tuo cuore un silenzio che mai hai conosciuto in passato. Quella è beatitudine.

È fondamentale accettare la vita per ciò che è. Accettandola, il desiderio scompare. Accettando la vita così com’è, le tensioni scompaiono, lo scontento e il disagio scompaiono; accettandola per ciò che è, ci si sente felici, senza ragione!

Se la gioia ha una motivazione, non durerà a lungo. Quando la gioia è immotivata, dura per sempre. Accadde nella vita di una monaca Zen molto famosa. Si chiamava Rengetsu… pochissime donne hanno toccato la vetta suprema dello Zen. Rengetsu è una di loro.

Durante un pellegrinaggio, giunse in un villaggio al tramonto e chiese alloggio per la notte, ma tutti gli abitanti le chiusero la porta in faccia. Erano contrari allo Zen: è così rivoluzionario, qualcosa di assolutamente ribelle, che è difficile accettarlo. Accettandolo, verrai trasformato; accettarlo vuol dire attraversare un fuoco e non poter mai più essere lo stesso di un tempo. Le persone tradizionaliste sono sempre state contrarie a tutto ciò che è vero nella religione. La tradizione somma in sé tutto ciò che nella religione è falso. Quindi, quelle persone dovevano essere buddhisti tradizionalisti, e non volevano che quella donna si fermasse nel loro villaggio; la scacciarono.

Era una notte gelida e Rengetsu, ormai in età avanzata, si trovò affamata e senza un alloggio. Dovette sistemarsi alla meglio sotto un ciliegio, nei campi. Faceva veramente freddo, e non riuscì ad addormentarsi. Era anche pericoloso: si sentiva circondata da animali selvatici. Nel cuore della notte aprì gli occhi – il freddo era eccessivo – e vide, sotto il cielo notturno, i boccioli del ciliegio dischiudersi e sorridere alla luna che occhieggiava in cielo tra le nubi. Sopraffatta da quella bellezza, si alzò e si inchinò nella direzione del villaggio, dicendo:

Grazie alla loro gentilezza nel rifiutarmi alloggio mi sono ritrovata avvolta da questa fioritura notturna mentre la luna occhieggia tra le nubi. Provò gratitudine. Con profonda riconoscenza ringraziò le persone che le avevano rifiutato un alloggio; altrimenti avrebbe dormito sotto un comune tetto e non avrebbe visto quella benedizione: quei boccioli di ciliegio, il loro sussurrare alla luna occhieggiante, il silenzio della notte, l’assoluto silenzio della notte. Rengetsu non è in collera, lo accetta. E non solo: lo accoglie a cuore sereno – prova gratitudine…

Si diventa un Buddha nel momento in cui si accetta con gratitudine tutto ciò che la vita porta.



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